Donazione Albergamo – Museo della fotografia a Gangi

E’ stata ufficialmente inaugurata domenica mattina, 20 dicembre, nel nuovo spazio di Palazzo Sgadari di Gangi, la nuova sezione museale dedicata alla fotografia che custodirà antichissime macchine fotografiche, foto e cimeli che facevano parte della collezione di Giuseppe e Francesco Albergamo, noti fotografi che hanno operato agli inizi del secolo scorso e fino agli anni sessanta a Palermo. Al Comune Madonita che ha dato i natali al capostipite Giuseppe, l’erede e nipote, Gaetano Albergamo ha voluto donare pezzi unici e importanti scatti fotografici anche della Palermo durante i bombardamenti della seconda guerra mondiale.
“Giuseppe Albergamo è nato nel 1888 a Gangi – ha raccontato il nipote Gaetano – dalle spiccate qualità artistiche e professionali, oltre alla fotografia amava la musica, la letteratura e il teatro, s’impose con grandi meriti sia nel territorio che in campo nazionale ed estero con i suoi preziosi scatti e l’arte del ritocco a mano delle fotografie. Noto fotografo e pluripremiato gli furono infatti assegnati nel 1923 due alti riconoscimenti quale vincitore del 1° premio all’Esposizione del Progresso Industriale a Roma e all’Exposition International du Progés Moderne a Parigi con l’assegnazione di due diplomi, di due medaglie d’oro e la Croce di Ufficiale del lavoro. Dal 1930 al 1960 ebbe accanto a lui il figlio Francesco che ne assecondò l’impegno e la scienza, poi il declino, la malattia, morì, il 24 maggio 1964”.
“Il Comune di Gangi – ha detto il sindaco Giuseppe Ferrarello – ha oramai tracciato un solco che ci porta a valorizzare i nostri beni culturali e a promuovere il turismo in ogni maniera arricchendo il nostro patrimonio museale, con famiglia Albergamo che voglio ringraziare di cuore per il gesto verso la comunità, ci siamo impegnati a mantenere l’integrità, tutelare, conservare e rendere fruibile quanto ci è stato donato, un sentito ringraziamento va anche a Salvatore Aiello presidente dell’associazione Ester Mazzoleni che ha contribuito a catalogare i cimeli donati”.

 

Redazione

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