La notizia sul doppio primato (tra scuole similari e nei confronti di scuole di indirizzo diverso) del liceo Mandralisca, apparsa su “madonielive”, mi impone un’eco, come testimonianza di discepolato e come senso di una professione consumata quasi per intero nei licei classici (di Mistretta e di Cefalù), salvo un lustro iniziale all’istituto magistrale di Campobasso. Sempre in area umanistica. È stata di certo l’umanesimo praticato e vissuto negli anni liceali nella nostra cittadina, destinata dal fondatore del Liceo ad essere centro culturale pilota delle Madonie, a farmi vedere nella materia del mio insegnamento quello che di essa professava Beniamino Segre quando sosteneva che «La matematica è una disciplina umanistica. Gli aspetti logici, estetici e propriamente filosofici della matematica – misconosciuti da Croce che riteneva tale disciplina basata solo su pseudo-concetti – hanno tanto valore educativo e rappresentano tali conquiste dello spirito umano, da dovere trovare posto in qualsiasi insegnamento che voglia dirsi veramente formativo». Aggiungendo: « E neppure conviene sorvolare sul valore altamente educativo e persino morale della matematica, la quale indirizza i giovani alla precisione ed alla sincerità, alla ricerca disinteressata e all’assenza dei compromessi, lasciando loro intravedere e facendo loro apprezzare i misteriosi esaltanti legami fra pregi estetici ed applicazioni pratiche».
Questa opinione doveva essere (ci riferiamo al 2001, data dell’indagine da noi condotta) generalmente condivisa nell’entroterra di Cefalù, che andava e va da Tusa alle porte di Termini Imerese, comprendendo l’intero comprensorio delle Madonie. Così come era condivisa da ben l’80 per cento degli alunni (e delle loro famiglie ovviamente) la ragione della scelta del liceo classico, che non voleva (salvo che per una piccola minoranza) solamente essere propedeutica agli studi letterari e filosofici, ma era connessa alla richiesta di una formazione umanistica integrale, di cui la matematica e le altre discipline scientifiche fossero parte integrante e non appendice tecnica, utile, come prerequisito basilare, ai pochi destinati alle lauree scientifiche.
Opinione quest’ultima minoritaria, ma purtroppo esiziale per il liceo classico quando poteva prevalere nella elaborazione dei piani di studio, giacché, da un lato troncava la cultura umanistica di quella componente essenziale che ne connotava la derivazione classica, e, dall’altro, veniva a privare gli studenti avviati a corsi universitari scientifici di quel l’indispensabile corredo di nozioni tecniche senza le quali diventava problematico il proseguimento degli studi prescelti. Che – come si evince dalla figura riguardante le preferenze degli studenti – nel nostro caso erano prevalentemente di indirizzo scientifico.
Questo pericolo, giusta i dati statistici raccolti, sembra non sia stato corso dagli studenti del Liceo Mandralisca, i quali si sono ben piazzati nel confronto coi loro colleghi provenienti da altre scuole di qualsiasi ordine. La qual cosa non può non farci piacere. E non solo per orgoglio campanilistico, ma perché risponde abbastanza alle aspettative di una scelta di vita che nell’umanesimo della scienza (e della matematica in particolare) ha scommesso la sua stessa ragion d’essere, vedendovi anche la condicio sine qua non per scongiurare i pericoli del nichilismo discendente da quel tecnicismo esasperato dominante nel nostro tempo, nella cultura e nella vita pratica.
GIUSEPPE TERREGINO