A cinque anni dalla prematura scomparsa, Italia Nostra sente il dovere di onorare, con il premio Umberto Zanotti Bianco, la memoria di Gaetano Messineo, professore, archeologo e funzionario della Soprintendenza Archeologica di Roma: “ uomo colto, di straordinaria intelligenza e capacità, giunto dalla Sicilia per insegnare ai romani quale sia il ruolo di un grande pubblico funzionario al servizio dello Stato”. Per dirla con le parole che la sezione di Roma di Italia Nostra, che ebbe il privilegio di averlo vicino, volle usare per dargli un triste addio nel giugno del 2010.
Gaetano Messineo ha saputo imporre durante gli anni di servizio alla Soprintendenza Archeologica di Roma le ragioni della tutela e dell’interesse pubblico, senza cedere mai a pressioni di alcun tipo. Animato da grande volontà di operare, seppe coniugare l’archeologia e i beni culturali con una illuminata visione urbanistica.
Lo ricordiamo, anzitutto, per l’acquisizione ed il riscatto del luogo da lui tanto amato, il casale di Malborghetto, che racchiude l’ arco Quadriportico, riferibile alla Vittoria di Costantino su Massenzio, dove ha dato corpo alla sua idea di archeologia al servizio della bellezza e del benessere dei cittadini.
Si devono a lui gli importanti scavi sulla Flaminia Antica, accompagnati da grandiosi restauri e dai relativi vincoli, mirati alla creazione, nel tempo a venire, di un Parco archeologico lineare di quella Via Consolare.
Ha difeso con ostinazione il suo territorio, che andava dalla Salaria alla Cassia nel quadrante nord ovest di Roma, dall’espansione edilizia incontrollata e dall’abusivismo, conscio dei valori specialissimi e del paesaggio peculiare della campagna romana ed etrusca che discende dal vulcano sabatino a lambire una spettacolare valle del Tevere. E con ciò ponendosi quale ispiratore, tra altri pochi, della istituzione del Parco regionale di Veio, una vastissima area protetta, dove natura, paesaggio ed archeologia si fondono, seguendo gli intendimenti che Antonio Cederna tracciò per il gemello Parco dell’Appia.
Sotto la sua guida è rinata anche la Villa di Livia a Prima Porta, dove oggi si possono ammirare un imponente sito archeologico, ed un parco pubblico che lo protegge e circonda, concepiti come contrappunto di civiltà e bellezza al caos urbanistico della periferia, e ristoro per i suoi abitanti.
Eccezionale ed intrepido combattente per la difesa della cultura e del territorio, amato da molti, modello di persona proba, Italia Nostra lo ricorda con affetto e stima profonda.
Elena Epifanio Vanni