“Leggo oggi sul Corriere della Sera l’articolo di Aldo Cazzullo che, in definitiva, sposa l’iniziativa di Pietrangelo Buttafuoco, Claudio Fava e Fabrizio Ferrandelli, mettendo in discussione anche l’autonomia speciale della Sicilia.
L’iniziativa di Ferrandelli, Fava e Buttafuoco (condivisa da Cazzullo) è condivisibile nello spirito ma non quando chiedono l’abolizione della specialità dello Statuto. Lo Statuto speciale- dichiara Giuseppe Lauricella-  non è mai stato attuato per intero e, negli ultimi anni, usato male dai governi regionali e mortificato dai governi nazionali. L’idea originaria era dotarsi di uno strumento che, se attuato, avrebbe condotto, addirittura, all’autogoverno. Ho avuto modo- aggiunge il deputato- di rivendicarlo in aula, alla Camera, in occasione dell’approvazione della riforma costituzionale: in quel caso, proprio Claudio Fava intervenne per sottoscrivere il mio emendamento, condividendo il mio intervento.
Costruiamo – prosegue Lauricella- una nuova proposta che punti a cambiare l’attuale politica siciliana (compresi i rappresentanti), puntando a rilanciare e attuare lo Statuto speciale, non a sopprimerlo.
La Sicilia deve riappropriarsi delle risorse finanziarie che lo Statuto le attribuisce, puntando all’autogoverno, ma con una classe dirigente (politica e amministrativa) capace di interpretare questa aspirazione. La Sicilia può svilupparsi se investe sulle proprie risorse naturali e culturali. Non servono “lunghi” programmi elettorali ma programmi semplici e veri, battendosi per il rispetto della specialità anche nei confronti dello Stato che, giorno dopo giorno, ha tentato (spesso riuscendoci) di togliere competenze e risorse alla Sicilia, senza la minima reazione del governo siciliano.
La Sicilia e il suo Statuto sono – è vero – una Ferrari: ma se il motore viene limitato e il pilota non è capace avrà sempre la resa di una minicar”.
Giuseppe Lauricella (nella foto)