E’ stata quindi avviata una complessa attività d’indagine mirante a ricostruire la cerchia relazionale di quest’ultimo nonché i suoi movimenti nelle circostanze di tempo e di luogo corrispondenti ai fatti delittuosi per cui i militari hanno proceduto.
Durante le articolate e difficili fasi investigative, condotte con prolungati pedinamenti, intercettazioni ambientali e telefoniche, avviate spesso in urgenza, nonchè tramite l’analisi del traffico cellulare storico, è stato ricostruito gradualmente un sodalizio criminale, individuando ruoli e competenze di ciascuno. L’associazione era composta, oltre che dal citato RANDAZZO, dai pregiudicati:
– LO RE Benito classe 1982, CARAVELLO Natale classe 1975, capi, promotori ed organizzatori del sodalizio con i compiti di effettuare i sopralluoghi per individuare gli obiettivi da colpire, organizzare e realizzare, i giorni precedenti le rapine, l’accesso ai locali dell’istituto di credito mediante la creazione di aperture di accesso ai locali della banca, eseguire materialmente le rapine, provvedere ad organizzare il trasporto della refurtiva in Sicilia. Provvedevano inoltre a procurare i telefoni, le schede telefoniche e l’alloggio da usare durante la fase di preparazione ed esecuzione dei reati e quant’altro utile alla realizzazione del programma criminoso.
Gli altri membri del gruppo erano:
– GRIMALDI Calcedonio classe 1965 che concorreva nella consumazione della rapina a Bresso e costituiva il punto di riferimento in Lombardia di RANDAZZO Ignazio, nonché della moglie di quest’ultimo P.A. del figlio R.P. in occasione del prelievo e successivo trasporto della refurtiva in Sicilia dopo la rapina di Cusano Milanino, mettendo a disposizione la sua utenza telefonica per i contatti tra Randazzo Ignazio e i suoi familiari, attivandosi per il reperimento di un alloggio in affitto per i componenti dell’associazione;
– PIPITONE Antonino classe 1978, ospitava le persone preposte alla realizzazione delle rapine presso la sua abitazione nelle fasi di preparazione della stessa, abitazione che costituiva la base logistica ed organizzativa dell’associazione nella fase preparatoria delle rapine, procurava agli altri concorrenti il necessario per la sopravvivenza e i mezzi per l’esecuzione dei delitti, aiutava i capi e promotori a procurare altri alloggi per i correi in occasione della consumazione delle rapine, svolgeva il controllo dall’esterno presso gli istituti di credito nelle ore antecedenti la consumazione delle rapine;
– P. A. classe 1959 denunciata in stato di libertà per concorso nel reato moglie di Randazzo Ignazio con R. P. classe 1975, suo figlio che svolgevano il compito di recarsi in Lombardia immediatamente dopo l’esecuzione delle rapine per prelevare la refurtiva e portarla in Sicilia.
La successiva attività d’indagine, ha consentito di analizzare e valorizzare l’imponente mole di dati generati dai traffici telefonici delle utenze “dedicate” utilizzate per diversi mesi dagli indagati e dalle celle radiobase interessate dai luoghi di consumazione delle rapine. Le risultanze hanno fornito all’A.G. importanti fonti di prova utili a provare responsabilità, contatti e spostamenti dei rapinatori e complici, nel corso degli assalti agli istituti di credito di:
– Cusano Milanino (il 24 giugno 2013);
– Bresso (il 12 luglio 2013);
– Senago (16 settembre 2013).
In data 8 gennaio 2015, il GIP del Tribunale di Monza, Dott. Giovanni Gerosa, ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti degli indagati stabilmente inseriti nell’associazione per delinquere: RANDAZZO Ignazio, LO RE Benito, CARAVELLO Natale, PIPITONE Antonino, GRIMALDI Calcedonio, FERDICO Salvatore, tratti in arresto il 14 gennaio successivo.
A conclusione di tali accertamenti sono state formulate, in data 14 febbraio 2015, le richieste di sequestro preventivo finalizzato alla confisca successivamente disposto dal Tribunale di Milano – Sezione Autonoma Misure di Prevenzione che disponeva complessivamente, in data 29.09.2015, il sequestro di 13 immobili ubicati nel centro storico di Palermo il cui valore immobiliare è stimato all’incirca in 2.000.000 euro riconducibili a FERDICO Salvatore e Benito LO RE.
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