La Rap dopo la pubblica rampogna del Sindaco e l’intervento critico dei cittadini e della politica ha ricominciato a far male quelli che dovrebbero essere i suoi compiti numerosi, importanti, lautamente pagati dal comune di Palermo e dunque dalla collettività.
Intanto secondo l’art. 8 del contratto di servizio I Servizi PREVISTI sono da considerarsi a ogni effetto servizi pubblici e, pertanto, per nessuna ragione potranno essere sospesi o abbandonati”,
“In caso di abbandono o sospensione in genere e per ogni grave inosservanza degli obblighi e delle condizioni del presente Contratto, il Comune potrà, ai sensi dell’art. 1406 C.C., sostituire direttamente, o tramite altro soggetto, la Società per l’esecuzione dei servizi con esso affidati, fatta salva la rivalsa dei conseguenti oneri e risarcimenti sulla stessa Società ex artt. 1218 e 2043 C.C”.
In presenza dell’abbandono sistematico della città all’immondizia e all’incuria, il Sindaco ha mai pensato di applicare le previsioni dell’art. 8 sostituendo la latitante RAP con servizi erogati da altre società?
Altri Comuni lo hanno fatto denunciando le società consortili esose, parassitarie e inefficienti, perché il comune di Palermo non usa gli strumenti del contratto?
Secondo l’art. 20 del Contratto di servizio il Comune di Palermo paga i corrispettivi spettanti relativamente ai servizi prestati in esecuzione del contratto con cadenza mensile e la società assume l’obbligo di produrre idonea certificazione relativa ai servizi resi in due fasi il 20 di ogni mese e il 30 di ogni mese allegando un prospetto riepilogativo degli interventi realizzati cui deve apporre la seguente dicitura “Si attesta che il presente prospetto riepilogativo è conforme alle singole schede di intervento agli atti della Società, debitamente firmate dal personale rilevatore e controfirmate dal responsabile del Servizio”.
Il Comune ha sempre controllato che alle fatture presentate e liquidate corrispondesse il servizio descritto?
Se l’ha fatto può stilare un elenco delle contestazioni. I cittadini sanno che la RAP non fa bene o per nulla il suo lavoro. Ma interessa capire se gli organi comunali preposti a vigilanza e controllo e che attestano i servizi ogni mese pagati lo abbiano fatto secondo i canoni contrattuali o seguendo altre logiche.
Secondo l’art. 18 del contratto in presenza di “Gravi e qualificati inadempimenti imputabili alla Società nella gestione dei servizi oggetto contratto costituiranno causa di risoluzione dello stesso ai sensi dell’art. 1453 C.C. e potranno altresì determinare, da parte del Comune, la revoca dell’affidamento dei servizi oggetto del presente contratto”. Nello stesso articolo si pone l’obbligo al comune di procedere alla notifica alla Società, ai sensi dell’art. 1454 Cod. Civ., di una diffida ad adempiere con la quale dovrà essere assegnato un termine congruo entro cui la stessa dovrà rimuovere gli effetti dell’inadempimento e provvedere al ripristino della gestione dei servizi in conformità al presente contratto.
Il Comune ha mai inviato formale diffida ad adempiere? O ha sempre pensato che le esortazioni, le lettere o le buone novelle potessero ottenere operare meglio degli strumenti del diritto dei contratti?
Una risposta sarebbe utile per capire se i soldi dei contribuenti sono stati ben impiegati e difesi nel pretendere come corrispettivo servizi efficaci ed efficienti e un’erogazione dei servizi continua, regolare e senza interruzioni.
Cittadini per Palermo