Il Presidente di ANCI Sicilia Leoluca Orlando (nella foto) sarà ascoltato, all’inizio del prossimo mese di settembre dall’ANAC, l’Agenzia Nazionale Anti Corruzione guidata dal prefetto Raffaele Cantone.
Oggetto dell’audizione -si legge nella convocazione – sarà “La gestione del ciclo integrato dei rifiuti nella Regione Siciliana”. E’ stata anche convocata l’Assessora regionale per l’energia, Vania Contraffatto.
La convocazione di Orlando segue i “numerosi esposti in cui si denunciano fenomeni distorsivi del corretto funzionamento del sistema di gestione dei rifiuti in Sicilia”.
Il Presidente di Anci Sicilia già dal mese di agosto del 2012 aveva presentato a diverse Autorità segnalazioni ed esposti su diverse “anomalie strutturali e criminogene” che caratterizzano il sistema dei rifiuti in Sicilia.
Una circostanziata denuncia ribadita lo scorso 26 marzo di fronte alla Commissione Parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti (il verbale dell’audizione è su
http://parlamento17.camera.it/application/xmanager/projects/parlamento17/attachments/auditi_pdf/pdfs/000/000/151/Rif_M_20150326_015_SindacoPA.pdf)
In quella sede, Orlando ha ripercorso quanto avvenuto in Sicilia a partire dal 2002, “con la sempre totale mancanza di chiarezza su quale fosse l’obiettivo da raggiungere.”
“Nell’ultimo decennio sostanzialmente si è, di volta in volta, invocato qualcosa che poi non si realizzava – ha dichiarato Leoluca Orlando, presidente di Anci Sicilia – e tutto questo era finalizzato a realizzare un risultato: la discarica indifferenziata. Pertanto, è indifferente invocare il mega-inceneritore o, dall’altra parte del pendolo, la raccolta differenziata al 90 per cento, perché l’uno come l’altra sono stati costruiti per non essere realizzati, per consentire, nell’oscillazione di questo pendolo che non si ferma mai, di far proliferare la discarica indifferenziata…” del tutto prevalentemente in mano di pochi gruppi privati”.
Il Presidente Anci Sicilia,a seguito di tali denunce dallo stesso presentate, è stato altresì audito il 16 aprile dalla Procura della Repubblica di Palermo.
“Dopo le indagini della Magistratura – continua Orlando -che hanno accertato e tutt’ora stanno verificando illeciti in diversi momenti e diversi passaggi della troppo lunga storia dei (fantomatici) piani regionali per i rifiuti, la necessità di mettere finalmente ordine in questo delicatissimo settore è irrinunciabile. Che la vicenda continui ad essere all’attenzione delle Commissioni Parlamentari ,della Autorità Giudiziaria e delle autorità anticorruzione, piuttosto che all’attenzione istituzionalmente doverosa della Regione, è purtroppo un indice e una conferma dell’origine del problema”.
Sin dal febbraio 2014 e poi nel documento approvato dalla Assemblea Generale Anci Sicilia del 5 maggio, l’Anci Sicilia ha evidenziato, all’interno di una condizione regionale definita “stato di calamità istituzionale”, la gravità delle condizioni del sistema dei rifiuti in Sicilia in prese di posizione e in documenti presentati in occasione di numerosi incontri pubblici e con esponenti del Governo nazionale.
“La assenza di una definita e certa pianificazione regionale, la mancata realizzazione di un sistema di impianti (a partire da quelli di trasferenza e compostaggio ), la confusione tra precedente sistema di Ato e mancata attivazione di SRR previsti sin dal 2010 con la legge regionale 9, la incertezza e assenza di criteri e direttive regionali – conclude il Presidente dell’Associazione dei Comuni siciliani – ha fatto lievitare oltre ogni misura posizioni private monopoliste, sprechi, anomalie,disservizi e appesantimento di fiscalità locale”.