La tragedia della morte di un uomo, aggredito da un branco di cinghiali nelle campagne di Cefalù, avevamo cercato di scongiurarla per tempo. Sei anni fa, con un’Ordinanza Sindacale dettata dall’urgenza di prevenire rischi per le persone nonché la devastazione del Parco delle Madonie e della sua biodiversità di flora e fauna, la mia Amministrazione si era adoperata per l’abbattimento controllato attraverso il coinvolgimento del Corpo Forestale della Regione Siciliana e del Parco delle Madonie. L’ibrido da abbattere, strumentalmente denominato cinghiale, non ha, infatti, alcun motivo per essere protetto. Quell’ordinanza fu impugnata dalla L.A.V. la quale , purtroppo, trovò un giudice che le diede ragione. Fummo costretti a ritirarla e a pagare le spese processuali. Oggi, i Sindaci, in prima linea nella tutela del territorio e del cittadino, non possono più attendere, stretti tra l’immobilismo delle varie branche dell’Amministrazione Regionale e i veti di certo ambientalismo astratto e bacchettone. Occorre procedere con urgenza, all’interno del Parco, all’eradicazione dei suidi. I prossimi giorni dovranno essere dedicati alla definizione delle modalità e delle procedure per l’abbattimento, anche attraverso la riproposizione dell’ordinanza a suo tempo impugnata. L’incolumità dei cittadini e le ragioni naturalistiche che, oltre vent’anni fa, furono alla base dell’istituzione del Parco rappresentano, infatti, una priorità assoluta.

Santo Inguaggiato
Sindaco di Petralia Sottana