longo-teatro8-2015bQuando “l’amuri di frati” fa divertire e meditare… a Monreale è successo. «MettQuando “l’amuri di frati” fa divertire e meditare… a Monreale è successoi una sera d’estate con attori che sanno di semplicità, un copione che parla di un particolare amore di un fratello per una sorella poco attraente, e subito è successo con applausi e sorrisi a scena aperta, dove tutto è per tutti. Stiamo parlando della Compagnia Teatrale dell’Associazione “Giovani Artisti Crescono”che in collaborazione con la Parrocchia Santa Rosalia di Monreale ha animato una splendida serata (e ritorneranno a farlo il prossimo tre settembre alle ore 21.00) nell’anfiteatro adiacente alla Parrocchia. Commedia brillante in tre atti di Renato Fidone, ha visto coordinare la regia alla brava Cinzia Rossi che, con un sorriso che dice bontà d’animo, ha chiamato in riga genitori-attori di tutto rispetto che hanno tenuto inchiodati al palco centinaia e centinaia di gente arrivata da diversi paesi della provincia palermitana. La trama sembra delle più ovvie ma se guardiamo attentamente e scrutiamo la morale che si annida tra le righe del copione, si scorge come l’amore non necessariamente ha i connotati della bellezza esteriore (che è pure importante) bensì richiama quella interiore che solo un animo buono, semplice e trasparente sa cogliere nella profondità del suo essere. Sembra strano affidare tutto ciò a una commedia brillante ricca di battute anche improvvisate (vedi il maresciallo Vitale che balbetta, bravissimo Salvo Sardisco in questo ruolo). Don Pasquale (il simpatico e convinto, Giuseppe) fratello in tensione che vuole sposare a tutti i costi, la sorella Santina che in un primo momento fa sorridere pure la befana (inguardabile) ma che nell’ultima scena si presenta più affascinante di un’attrice di grido. E don Pasquale – che con tanto di collana che sa da fruttivendolo di bancarella seria – lo vedi lì a scena aperta perde l’orologio e giù battuta improvvisata…). A sipario aperto c’è di tutto: bravura, stile, classe, dialetto siciliano che trova sintonia in una famiglia che vuole essere raffinata nonostante ha badanti che schizzano scintille da ogni parte. E la morale? Semplice: credere nell’amore che è la forza trainante della vita e che anche i ciechi riescono a vedere con il cannocchiale dell’anima. “Amuri di Frati” è quel voler bene che implora l’intervento del genitore defunto perché interceda a un implorato matrimonio. E’ l’inno alla voglia di mettersi in gioco per “giocarsi” anche la sorella e piazzarla nel pianeta degli “sposati” a tutto spiano. Ma la vera protagonista è lei: Santina, la ragazza che prima è avvolta nel suo buio, poi si presenta solare e affascinate e sposa non chi ha i soldi, ma chi ha cuore e sa che l’amore non ha prezzo. A mettere tutto in scena sono i genitori, persone semplici ma vere nell’agire che hanno dato corpo all’Associazione “Giovani Artisti Crescono” gli stessi che a Monreale ogni sabato coordinano più di cento bambini di ogni età e ceto sociale dando loro la bellezza di un laboratorio che richiama creatività e voglia di fare gruppo. Tutto questo con la benedizione di Padre Francesco e un messaggio di incoraggiamento di Mons. Michele Pennisi – Arcivescovo di Monreale che incontrando i bambini e gli animatori dell’Associazione ha indirizzato parole di affetto e di stima. “E’ bello vedere questi bambini – dice Salvatore Sardisco – genitore del piccolo Francesco che ha partecipato al gruppo estivo (GREST), uniti nella gioia e nella creatività. Queste iniziative, anche quelle teatrali, meritano di essere incoraggiate e apprezzate perché c’è solo l’agire con l’unico obiettivo di proporre valori sani per un mondo a colori”. E se poi si vuole chiudere con una citazione e una riflessione di tutto rispetto, basta ricordare quanto detto da Giovanni Falcone: “Gli Uomini vanno giudicati per ciò che fanno e non per ciò che dicono…”, E qui con l’Associazione “Giovani Artisti Crescono” alla quale va il plauso anche dal Parlamento della Legalità Internazionale, i fatti superano le parole. Bravi e non mollate mai. Arrivederci a giovedi 3 settembre, per una serata di riflessione e di sorrisi sperando nel miracolo: – che il maresciallo Vitale non balbetti e il fratello di Santina non perda l’orologio -. Ma per questo ci affidiamo alle preghiere della sensuale badessa (Helga Guardì nella vita) che di preghiera se ne intende… tant’è che “Questo matrimonio s’ha da fare”». (Nicolò Mannino)

Giuseppe Longo
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