Villa Santa Marina ha 2000 anni

La villa Santa Marina di Petralia Soprana si colloca tra I ed il II sec. D.C. La notizia è stata data in occasione della chiusura della campagna di scavi condotta nel corso del mese di luglio. Alla presentazione dei risultati, avvenuta come sempre presso la villa, hanno preso parte Ernesto Messineo dell’Associazione culturale “Gaetano Messineo” e proprietario dell’area di scavo, Stefano Vassallo e Rosa Maria Cucco dell’Unità Operativa per i Beni Archeologici della Soprintendenza di Palermo, i professori Oscar Belvedere e Aurelio Burgio dell’Università di Palermo, il sindaco di Petralia Soprana Pietro Macaluso. Erano presenti anche i numerosi studenti provenienti da diverse Università italiane che hanno preso parte allo scavo e tanti cittadini. Lo scorso anno la villa Santa Marina, sita tra le borgate Raffo e Pellizzara, aveva promesso di stupire e così è stato. “Grazie ai nuovi dati acquisiti quest’anno, ha detto il professore del Dipartimento Culture e Società dell’Unipa Aurelio Burgio, è possibile datare il periodo di vita della villa romana di Santa Marina tra il I ed il II sec. D.C. Gli scheletri delle due sepolture rinvenute negli anni scorsi al di sopra delle strutture della villa, grazie all’analisi al C14 effettuata nell’ambito del progetto nazionale IPERION, sono databili intorno all’anno Mille.” Una notizia che ha entusiasmato tutti i presenti che conferma il grande potenziale dello scavo e la storia affascinante della villa iniziata a venire fuori grazie al lavoro degli studenti che, da tre anni, durante il mese di luglio, con grande entusiasmo e sotto il sole cocente scavano nel sito, o in una parte di esso, in quello dove attualmente si svolgono le ricerche. La lettura dei resti fa pensare che molto probabilmente il sito è stato abbandonato. Ciò è attestato dalle ceramiche già rinvenute nei crolli dei tetti di due stanze, dove quest’anno è stata trovata anche una lucerna che riporta sul fondo il marchio dell’officina dove fu realizzata. “Mi auguro – ha detto Rosa Maria Cucco della Soprintendenza – che siano presto ultimati i lavori nell’ex carcere di Petralia Soprana destinato a Museo Civico, sede espositiva deputata ad esporre i reperti archeologici rinvenuti in questi anni.” Alla Cucco ha fatto eco il sindaco Pietro Macaluso che ha informato sulla tempistica dei lavori di adeguamento della sede museale che ben presto sarà pronta e ha confermato la disponibilità del Comune di Petralia Soprana a offrire anche in futuro il supporto logistico ai partecipanti alle ricerche archeologiche con l’auspicio che gli scavi possano continuare annualmente, così com’è stato, per portare alla luce la l’intera struttura. Una presenza, la villa, che conferma il grande potenziale archeologico delle Madonie. Proprio dell’importanza del contesto madonita ha parlato Stefano Vassallo della Soprintenteza che ha anche citato i recenti scavi tenuti ad Alburchia, nei pressi di Gangi, seguiti da Santino Ferraro e di quelli a Gangivecchio a cura dell’Università dell’Iowa.

Ernesto Messineo, fratello del compianto archeologo Gaetano che è quello che ha dato il via a questi scavi, ha ringraziato, anche a nome della presidente dell’associazione Elena Epifanio Vanni, tutti coloro che si sono prodigati per rendere possibile anche questa edizione ed in particolare il Rotary Club Palermo-Parco delle Madonie, la Banca di Credito Cooperativo S. Giuseppe, la ditta Agliata Calogero e la Cooperativa Agricola Valdittaino.

La conclusione dell’appuntamento è stata affidata alle corde del violino del maestro Francesco La Bruna che ha eseguito vari brani sul sito archeologico e nella suggestiva luce del tramonto creando una mirabile atmosfera che si è intrecciata con la cucina vegetariana dello chef Satyavan Giri che ha preparato la cena di chiusura scavi attingendo alle ricette tradizionali della variegata cultura gastronomica e vegetariana arricchite dall’esperienza in vari paesi del mondo. A tutti coloro che hanno partecipato allo scavo e ai rappresentanti degli sponsor presenti è stata consegnata da Ernesto Messineo una ceramica riproducente la testina di satiro ritrovata sul sito negli anni scorsi.

Redazione

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