Grazie agli sforzi dell’Associazione “Gaetano Messineo”, alla Soprintendenza per i Beni Culturali e l’Università di Palermo gli scavi continuano.

Anche quest’anno la Soprintendenza di Palermo in collaborazione con l’Associazione Gaetano Messineo è riuscita ad organizzare una campagna di scavo nel sito di “Santa Marina”, nel Comune di Petralia Soprana, che si articolerà in quattro settimane. I lavori sono già iniziati lunedì scorso (6 luglio) e si concluderanno il 31 luglio. La campagna di scavo è diretta da Stefano Vassallo e Rosa Maria Cucco della U.O. 5 della Soprintendenza, Aurelio Burgio del Dipartimento Culture e Società dell’Università di Palermo e da Dario Scarpati dell’Associazione Gaetano Messineo. Alla campagna di scavi di quest’anno, oltre agli studenti dell’Università di Palermo, prenderanno parte anche studenti provenienti da altre università italiane (Bologna, Ferrara, Lecce, Roma III, Salento, Neuchatel). “Purtroppo – afferma Ernesto Messineo fratello del compianto Gaetano che aveva dato inizio agli scavi negli anni passati – la mancanza di sostegno all’iniziativa da parte dell’imprenditoria del territorio e di molte delle istituzioni interpellate non consentirà di sviluppare il programma che era stato previsto. Ad oggi possiamo solo contare prevalentemente sulle quote annuali versate dai soci dell’associazione “Gaetano Messineo”, sulla disponibilità logistica del Comune di Petralia Soprana e su un contributo del Rotary Club Palermo Parco delle Madonie guidato dal dottore Alfonso Di Benedetto che crede nelle risorse culturali del territorio. “È importante che gli scavi continuino – afferma il sindaco di Petralia Soprana Pietro Macaluso – perché si tiene viva la memoria del professore Gaetano Messineo e allo stesso tempo si continua a studiare la storia di Petralia Soprana.” Le indagini sono riprese dall’area della villa di produzione di età imperiale romana, messa in luce dalle precedenti campagne di scavo dove lo scorso anno è stata scoperta una pinzetta in bronzo per il culto del corpo, e due tombe in fossa terragna con due scheletri attualmente sottoposti all’esame del radiocarbonio per stabilirne la datazione. Sono stati trovati anche dei dischi fittili, elementi costitutivi di colonne, che fanno ipotizzare la presenza di un ulteriore colonnato, rispetto a quello in pietra venuto in luce alla metà del secolo scorso. E’ stata rinvenuta, poi, una moneta e pochissima ceramica in quello che certamente è un insediamento rurale di età imperiale come ipotizzato dai responsabili dello scavo. “Tutto quanto è stato scoperto sarà quanto prima sistemato ed esposto nel museo civico comunale che è in fase di realizzazione – afferma l’assessore alla cultura Rosario Lodico.