madonie-edili6-2015bCentinaia di edili siciliani hanno stamattina simbolicamente riunito l’isola ‘spezzata’ a causa dell’interruzione dell’A19 Palermo-Catania. Due carovane, organizzate da Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil, una partita da Palermo e l’altra da Catania, si sono ricongiunte a Polizzi Generosa (Pa) per rimarcare ancora una volta la profonda crisi del comparto delle costruzioni in Sicilia e per accendere i riflettori sulle conseguenze devastanti causati dal disastroso stato delle infrastrutture in Sicilia. Nel 2009 è crollato il viadotto Geremia II sulla strada statale 646 Caltanissetta- Gela; nel 2012 è collassato il ponte sul fiume Verdura, lungo la statale 115 Trapani – Agrigento; quest’anno a gennaio ha ceduto il manto stradale del viadotto Scorciavacche sul nuovo tratto della strada statale 121 Palermo -Agrigento, ad aprile è crollato il pilone del viadotto Himera sull’autostrada A19 Palermo – Catania e, nonostante le rassicurazioni, non fanno ben sperare le condizioni del viadotto Cinque Archi sull’A19. Secondo Feneal Uil, Fillea Cgil, Filca Cisl, è necessario dotare la Sicilia di infrastrutture moderne perché sono le basi essenziali su cui costruire lo sviluppo dell’isola. La loro realizzazione, inoltre, darebbe una positiva scossa al settore edile, oggi in agonia con quasi 90mila disoccupati e 6mila imprese chiuse. Dalla ripresa del comparto delle costruzioni discenderebbe, poi, la ripresa del complessivo tessuto produttivo dell’isola, con l’indotto collegato in senso ampio all’edilizia. “Stiamo valutando di avviare una vertenza con il governo regionale affinché siano subito utilizzati i quasi 4 miliardi già disponibili e destinati al settore delle costruzioni – ha dichiarato Franco Tarantino, segretario generale Fillea Cgil Sicilia nella relazione introduttiva al convegno – per opere fondamentali per i siciliani. Nello specifico queste somme sono finalizzare alla viabilità, ai depuratori, alla sicurezza ed alla costruzione di nuovi edifici scolastici, al completamento di opere incompiute, ai porti e alla messa in sicurezza del territorio. Tutte queste risorse sono immediatamente spendibili, a fronte di 6 miliardi complessivi già programmati”. Secondo Franco Tarantino, “è evidente la colpevole lentezza della burocrazia, come dimostra la vicenda dei depuratori, (la cui realizzazione è oggi oggetto di commissariamento da parte del governo nazionale per il grande ritardo accumulato dalla Regione siciliana), come è palese la schizofrenia delle istituzioni siciliane e nazionali che in prima battuta stanziano risorse per l’edilizia e poi le utilizzano per coprire i buchi di bilancio”. “Questa è stata la sorte – ha aggiunto Tarantino – dei 500 milioni previsti per i depuratori e dei 305 destinati al raddoppio ferroviario della tratta Catenanuova – Bicocca, entrambi poi usati come tappabuchi del bilancio regionale. Aspettiamo la nuova programmazione ma denunciamo gli effetti negativi dell’inefficienza burocratica e della incapacità gestionale della classe politica”. Il segretario generale della Fillea Cgil Sicilia ha annunciato che sono in programma 2 manifestazioni degli edili, la prima davanti all’assessorato regionale alle Infrastrutture, la seconda dinanzi all’assessorato regionale al Lavoro. “Chiediamo al governo Crocetta – ha concluso Tarantino – di investire sull’edilizia e di aiutare concretamente i migliaia di disoccupati del settore che non hanno più alcuna fonte di reddito. E’ doveroso che siano finanziati gli ammortizzatori sociali, con la cassa integrazione in deroga per gli edili senza lavoro”. Claudio Barone, segretario generale della Uil Sicilia e Angelo Gallo, segretario regionale della Feneal Uil hanno sottolineato la drammatica recessione che oggi sta vivendo il comparto delle costruzioni. “Il settore dell’edilizia – hanno dichiarato – è allo sbando. Le infrastrutture siciliane sono in condizioni disastrose. La viabilità è collassata con gravi danni per l’agricoltura, il commercio e il turismo. Quasi centomila lavoratori edili, inoltre, sono senza occupazione. Un quadro catastrofico nonostante i fondi, quasi 4 miliardi, già disponibili e che se entro fine anno non saranno spesi andranno perduti. Colpa dell’incuria dei Governi regionali che in questi anni non hanno saputo monitorare e programmare”. Adesso – hanno concluso – la tenuta del tessuto produttivo e sociale è a rischio. La gente non ha soldi e ha fame, e non siamo più in grado di contenere la loro rabbia. E’ necessario, quindi, che la politica inverta subito il trend facendo partire i lavori già cantierabili e predisponendo i progetti per l’utilizzo delle risorse europee senza aspettare commissari e super visori”. Santino Barbera, segretario generale della Filca Cisl Sicilia ha puntato l’indice contro l’assenza di manutenzione degli assi viari dell’isola. “Una volta costruita uni infrastruttura in Sicilia – ha dichiarato – questa viene lasciata al suo destino, con il risultato che opere completate più di 30 fa, stanno crollando come se fossero fatte di cartapesta. Intanto, mentre l’Anas e la Regione siciliana discutono sulla titolarità delle competenze, la Sicilia rischia di ritornare ad utilizzare per il trasporto di merci e la movimentazione delle genti, le antiche trazzere utilizzate più di mezzo secolo fa”. Secondo Barbera, “serve una politica manutentiva più efficace ed urgente, sia per la rete autostradale siciliana sia per le altre tante arterie, ritenute di minore importanza, oggi inutilizzabili a causa di crolli o frane avvenuti negli ultimi anni e sui quali non si è mai agito”.”Non si possono aspettare le emergenze per pensare agli interventi – ha concluso Barbera – è ora che la politica siciliana prenda atto che senza infrastrutture moderne non ci può essere sviluppo economico per la nostra isola, ma solo l’aumento delle distanze tra le comunità e la disgregazione sociale”. Domenico Pesenti, segretario generale Filca Cisl nazionale ha chiuso il convegno dichiarando: “I ripetuti crolli e i gravi cedimenti che interessano l’isola sono la dimostrazione che quello che denunciamo da tempo: gli appalti assegnati con il massimo ribasso e nei quali si ricorre ai subappalti a catena, producono, quando si riesce a completarle, opere poco sicure e di scarsa qualità. Il danno è doppio, perché colpisce sia i lavoratori che la collettività. La soluzione c’è e rappresenterebbe un vantaggio per tutti: imprese, lavoratori, collettività. Quello che chiediamo non è una ulteriore cementificazione del territorio ma un’edilizia di qualità: la priorità è sicuramente la messa in sicurezza del territorio. Poi riteniamo di fondamentale importanza il rafforzamento delle reti stradali, ferroviarie e portuali, l’edilizia scolastica, la riqualificazione del già costruito, non solo con riferimento alle strutture pubbliche ma anche al privato. È questa la via per uscire dalla crisi del settore ed assicurare anche all’edilizia siciliana, importantissima per il Pil regionale, un futuro di qualità e di crescita economica, e quindi sociale”. Alla manifestazione hanno preso parte, inoltre, il segretario generale della Cisl Sicilia, Mimmo Milazzo, il segretario nazionale della Filca Cisl Salvatore Scelfo e numerosi amministratori locali del comprensorio delle Madonie.