Adelelmo Napoli: Le nuove opere lignee del Santuario di Gibilmanna

In visita al Santuario mariano di Gibilmanna, con gli amici dell’AUSER (Associazione per l’autogestione dei servizi e la solidarietà – Università Popolare del tempo libero e dell’educazione permanente), in un momento di relax, si è avuto modo di attenzionare con calma, per meglio apprezzarle, le sculture che da qualche anno arricchiscono ed impreziosiscono il Santuario stesso.
Si tratta di opere lignee, eseguite integralmente con tecniche artigianali, di Adelelmo Napoli : noto nell’ambiente di Cefalù per essere stato Dirigente Scolastico del locale Istituto Statale d’Arte, oggi Liceo Artistico, ed altrettanto noto per le sue qualità di costruttore di pregevoli strumenti musicali, nonché autore di sculture lignee presentate in varie occasioni di mostre dal titolo “ Scolpirliutando-Liutarscolpendo”.
Attualmente è Presidente dell’AUSER, circolo di Cefalù.
Partendo dall’Altare maggiore di Gibilmanna, cercherò di ripercorrere l’itinerario delle opere lignee presenti all’interno del Santuario, sotto la guida esperta dello stesso Autore.
Inizialmente scarno e disadorno, da semplice blocco cubico marmoreo, sormontato dalla “mensa” per la celebrazione eucaristica, anch’essa in marmo, è diventato progetto e soggetto decorativo armonico ed in sintonia con gli altri elementi preesistenti che gli fanno da fondale scenografico, ubicati nella zona presbiteriale , grazie agli “interventi aggiuntivi lignei” come li definisce l’Autore stesso, i quali interventi constano di successive fasi.
In una prima fase, è stata progettata ed eseguita ad hoc, una “formella quadrata” lignea, a bassorilievo, di evidente simbologia pasquale, raffigurante l’Agnello in primo piano inscritto in un grande cerchio con quattro piccoli cerchi che si raccordano agli angoli della formella quadrata : Cristo, agnello immolato per la redenzione dell’umanità, con sullo sfondo gli elementi descritti nell’Apocalisse e cioè il Libro con i sette sigilli e le trombe del Giudizio Universale. La suddetta formella è posizionata al centro di quella faccia del cubo-altare che guarda l’Assemblea del popolo di Dio.

In una successiva fase sono stati apportati nuovi elementi all’Altare : uno zoccolo ligneo dal quale partono e si raccordano dei sottili “fusti lignei verticali” che inglobano, impreziosiscono e completano gli spigoli cubici, tre per ogni spigolo che, sommati, totalizzano il numero 12 cioè tanti quanti erano gli Apostoli, a simboleggiare i pilastri portanti della cristianità.
I sei “fusti lignei verticali “ del frontale dell’Altare si incontrano appena sopra la sottostante formella, interrotti, però, dalla presenza, non poteva mancare, della “Colomba”, simboleggiante lo Spirito Santo, con raggiera a sette listelli divergenti, realizzata quest’ultima con legno di limone in modo da dare effetto luce e contrastare l’effetto del legno di noce del contesto.
Accanto all’Altare maggiore stanno due Angeli porta-candele, posti ai lati di un Crocifisso astale ( la cui base sempre lignea è opera di Adelelmo Napoli), scolpiti a tutto tondo in legno di cipresso e dipinti a mano.
Subito dopo c’è l’Ambone marmoreo con leggìo ligneo sormontato dall’Aquila ( simbolo quest’ultima dell’Evangelista Giovanni), in legno di noce nostrano. La composizione è completata da decorazioni di tralci e foglie di ulivo, finemente intagliati.
Qualche passo più avanti, nella Cappella della Madonna con il Bambino ( del Gagini ), si trovano due portalampade votive in frassino, dipinte a mano, la cui peculiarità sta nei decori a palmette che riprendono e riproducono i motivi delle tarsie marmoree presenti sui fianchi dell’altare.
Proseguendo il percorso, si giunge negli spazi della Cappella della Riconciliazione, il cui progetto di nuova sistemazione è anch’esso opera di Adelelmo Napoli ( questa volta nella sua veste di architetto). Degno di nota è tra l’altro il controsoffitto ligneo, a carena di nave, del corridoio antistante le cappelline-cellette-confessionali.
Esse sono in numero di quattro, la loro morfologia è quella di celle francescane, le porte di accesso nonché le finestrelle interne rispettano le dimensioni tipiche del canone cappuccino.
All’interno di ognuna di esse, sono presenti quattro pannelli in mogano della Malesia, a bassorilievo. Narrano figurativamente episodi e parabole tratte dai Vangeli : “la Samaritana al pozzo”, “il Buon Pastore”, “ il ritorno del figliuol prodigo”, “il miracolo del cieco nato”.
Nella parte inferiore delle porte di accesso alle su citate quattro celle-confessionali stanno altrettanti altorilievi provenienti da antichi confessionali preesistenti e diligentemente riutilizzati : il simbolo del papato, del francescanesimo, del Cuore di Gesù, del sacrificio e della gloria dei Santi.
Con ciò si conclude l’itinerario. Nel ringraziare sentitamente il prof.re Napoli per il tempo che ci ha dedicato, si coglie l’occasione per complimentarci per le scelte fatte e per la raffinata e laboriosa esecuzione delle opere.
Giuseppa Guercio

Foto: Salvatore Culotta

redazione

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