La mancanza di  un reddito minimo garantito diventa il  terreno fertile dell’illegalità

“Gli Enti locali, anche a causa delle politiche di austerità  e dei drastici tagli operati nei loro confronti dai Governi nazionale e regionale,  riescono sempre meno a sviluppare quelle politiche di welfare locale necessarie ad assicurare servizi alle persone e sostegno alle categorie più disagiate delle proprie comunità”. Ha dichiarato Leoluca Orlando (nella foto), presidente di Anci Sicilia,   intervenendo a sostegno e per l’approvazione di un disegno di legge di iniziativa popolare per l’integrazione al reddito e la lotta alla povertà assoluta, presentato stamattina ai Capigruppo all’ARS. Il ddl, depositato giovedì scorso  all’Assessorato regionale delle Autonomie Locali e della Funzione Pubblica, vede tra i firmatari, oltre al presidente dell’AnciSicilia, il presidente del Centro Pio La Torre, Vito Lo Monaco, i Sindacati, Libera, la Confindustria, la Caritas, la Comunità di S.Egidio, Erripa, il Comitato lotta per la casa “12 luglio” e il Terzo settore.
“La condizione di povertà in Sicilia, secondo i dati ISTAT relativi al 2013 riguarda il 41,1% delle famiglie siciliane e risulta esplosiva non soltanto rispetto al Paese, ma anche rispetto alle altre regioni del meridione d’Italia. La mancanza di  un reddito minimo garantito diventa spesso il  terreno fertile per l’illegalità – continua Orlando – ed è  per queste ragioni che riteniamo importanti le iniziative finalizzate alla previsione di un reddito minimo contro la povertà, anche grazie al  pieno coinvolgimento di Organizzazioni Sindacali, Confindustria e al vasto mondo del volontariato che non può, dalle istituzioni, essere lasciato solo nel meritevole compito di soccorso sociale e umanitario. Ci faremo promotori presso tutti i  Comuni siciliani affinchè si possa dare la massima diffusione  all’iniziativa perché solo se si è liberi dal bisogno si può essere pienamente cittadini”.

redazione

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