Venerdì 8 maggio 2015 il cast del musical Il Giudizio Universale incontra i detenuti del Malaspina  per consentire loro di fruire alcune parti dello spettacolo.

L’attività che una persona svolge è tanto più importante quanto più significato si dà alla carica o al ruolo che si ricopre e in una società che spinge al limite estremo  l’imposizione di valori che mirano più alla quantità che alla qualità è necessario che l’arte si fermi a ragionare sulle modalità percorribili per riaffermare l’essenza della natura umana.

È in questa logica e sulla necessità di questo ragionamento che è maturato e si è concordato, con il Direttore Michelangelo Capitano, l’incontro con gli ospiti dell’istituto penale Malaspina di Palermo. Qualunque attività umana che abbia un valore estetico assume la funzione di affermare con forza la dignità umana.

L’incontro tra i detenuti e il cast è uno scambio che consente agli ospiti dell’istituto penale di ricevere i benefici che si possono avere entrando a contatto con l’arte dal vivo, di uscire dalla ripetitività e dalla banalità per arrivare in una zona emotiva dove chi conta è soltanto l’essere umano e la sua unicità; al cast di produrre un’arte mai ovvia e mediocre, ma sempre intensa e appassionata.

Il musical Il Giudizio Universale è una produzione che sta impegnando un cast artistico e tecnico e uno staff di un centinaio di persone provenienti da diverse parti della Sicilia. L’evento è patrocinato e finanziato prevalentemente  dal Comune di Gangi, dal GAL Madonie, dalla Banca di Credito Cooperativo di Gangi e da Giaconia Supermercati. Alla produzione artistica partecipano anche l’etichetta musicale Alta Quota di Leonardo Bruno e teAtroZeta di Piero Macaluso. Dopo il grande successo del debutto, che ha contato circa cinquemila spettatori, provenienti da tutta la Sicilia, in tre serate, il musical ritorna in scena al teatro Golden di Palermo il 14 maggio 2015.

L’opera musicale in due atti è liberamente ispirata alla vita del pittore Giuseppe Salerno detto “Lo Zoppo di Gangi” e alla sua tela più importante che dà il titolo al musical.

Giuseppe Salerno nacque a Gangi intorno al 1570; sembra che abbia appreso i primi rudimenti dell’arte pittorica da Pietro De Bellio originario di Enna, che lavorava a Gangi.

Il Salerno abitava vicino la bottega del De Bellio e per questo la frequentava.
E’ possibile che il Salerno, in un primo tempo, abbia frequentato gli ambienti artistici palermitani ma la sua città natale, dove aprì una propria bottega, fu il centro della sua arte.

Spesso veniva chiamato per dipingere nei paesi vicini, dove firmava alcune opere con lo pseudonimo “Zoppo di Gangi”. Queste opere, allora commissionate da nobili e clero, oggi si trovano sparse in tutta la Sicilia. Il suo capolavoro è il Giudizio Universale del 1629 conservato presso il Duomo di Gangi.

Nel musical protagonisti della storia sono l’amore del pittore per la sua arte e  l’amore per la giovane Fatima. È anche una storia di migranti, una storia di mafia, d’oppressori e d’oppressi. E’ la storia di Donna Caterina, terribile ape regina di un paese  qualunque di Sicilia, e del suo potere. E’ la storia di Don Carlo, figlio di Donna Caterina, braccio armato della madre e uomo spietato. Donna Caterina decide le sorti e la vita del suo popolo schiavo che trema al suo cospetto, umile e sempre omertoso. Ma il messaggio positivo della volontà di chiudere con il passato, per diventare protagonisti e artefici della propria vita, è affidato a un gruppo di giovani influenzati  dal vento di libertà portato da Giuseppe e dal suo migliore amico Baldo, costruttore di strumenti, figlio di altre terre ma che, come spesso accade, s’innamora da straniero della meravigliosa Sicilia. Partito da piccolo dal suo paese a causa della “strana” morte del padre e rientrato da fuori dopo una lunga assenza, dopo essere diventato pittore noto e di fama nella “grande città”, decide di portare la sua arte al suo paese natìo, mai dimenticato. Al suo rientro, all’interno di un tipico mercato mediterraneo, ritrova Fatima, amica d’infanzia e ormai meravigliosa ragazza. Tra i due è subito amore, ma nessuno in quel paese può amare senza il benestare di Donna Caterina. Tanto più se ad amare Fatima c’è anche Tindaro, figlio di Don Carlo  e nipote di Donna Caterina. Tra minacce di morte, commissioni di quadri, preti corrotti e agguati assassini, i due amanti lotteranno ed urleranno il loro amore ma come spesso accade nella nostra terra, il vento di scirocco che dà la vita e tutto rende nuovo cede il posto alla fredda tramontana che porta grandine, tempeste e tutto uccide.