Archeoclub – Rizzo: 20 anni di “Chiese Aperte” a Cefalù

 

L’ Archeoclub d’Italia di Cefalù fin dalla prima edizione della manifestazione nazionale “Chiese Aperte” (1996), ha aderito all’iniziativa aprendo alla città e ai tanti turisti le Chiese che, per i più diversi motivi, si trovavano chiuse da decenni e che si erano perse nell’oblio dei ricordi più o meno sbiaditi dei meno giovani.
Ogni anno la manifestazione ha assunto caratteri diversi e in molte circostanze sono stati coinvolti come protagonisti gli studenti della città, dai piccoli del circolo didattico “Nicola Botta” e “Salvatore Spinuzza”, ai più grandicelli della scuola media “Rosario Porpora”.
Dall’edizione del 2009 l’interesse dell’ Archeoclub d’Italia di Cefalù si è spostato verso le antiche cappelle delle campagne cefaludesi, dove un tempo sorgevano dimore e monasteri che inglobavano nel proprio
perimetro preziose chiese.
Questa ventesima edizione tocca per la prima volta la Cappelletta delle Anime Purganti, lungo l’antica mulattiera per Gibilmanna.

LA CAPPELLETTA DELLE “ANIME PURGANTI” – scrive Flora Rizzo, Consigliere Nazionale Archeoclub d’Italia -fu edificata nel 1920, come risulta da una
iscrizione su lapide di marmo apposta in fregio alla chiave dell’arco di ingresso.
La fronte della costruzione ha paramento incorniciato a bugne lisce d’intonaco, di lieve aggetto, disposte sui due fianchi a formare delle specie di paraste. Il vano d’accesso, anch’esso a bugna liscia, è costituito da un
portale dall’arco a tutto sesto, con bugna in chiave leggermente eccedente in sommità.
Un cancelletto in ferro battuto, con semplici motivi a viticcio, protegge l’accesso.
A destra del portale una piccola lastra di marmo, introdotta in tempi successivi alla prima realizzazione della cappelletta, è murata a intaccare la quinta bugna dal basso, e reca incisa su quattro righe la seguente
scritta: “ELEMOSINA ANIME DEL PURGATORIO”; alla sua base è praticata un’asola per introdurre le offerte.
La facciata è sormontata da un frontoncino trilobato, dalle movenze di memoria barocca, al cui interno un medaglione in marmo incorniciato da un serto a rosette recita : “SIA PACE A TE E RIPOSO (in cerchio) / ETERNO (centrato) / DA A LORO SIGNORE (staccato in basso)”; a sua volta il frontone è sormontato
da una leggera struttura di ferro battuto, che regge una campana e culmina con una Croce.
Sul fianco destro della cappella, centrata e in alto, una lapide recita: “IN QUESTA VALLE DI DOLORE E PIANTO ACCOGLICI O MARIA SOTTO IL TUO MANTO”
All’interno -osserva Flora Rizzo – dietro il cancello a giorno che funge da porta, direttamente contigua con la
soglia di marmo un’altra lapide in marmo bianco recita, senza gli accenti, su tre righe:
“QUESTO PAVIMENTO/ E DONO DI / CERAMI NICOLO”.
L’ammattonato è in piastrelle quadrate di colore chiaro e scuro, alternate a comporre un semplice motivo a scacchiera.
Nell’interno, coperto con volta a botte a tutto sesto, è disposto frontalmente, sulla parete di fondo, un altare in marmo decorato con motivi a rombo, con due mensole sovrapposte a parete. Su quella superiore è poggiato un Crocifisso. Sulla parete di fondo una stampa incorniciata rappresenta un altare disposto su
un podio, sulla cui fronte figurano le Anime Purganti.
Sulla parete sinistra- conclude Flora Rizzo – è appesa un’immagine della Madonna del Rosario e su quella destra l’immagine della Madonna di Gibilmanna.
La Cappelletta è in condizioni discrete.

redazione

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