Il dissesto sulle strade siciliane – prevenzione non è parola magica

RICEVIAMO ED INTEGRALMENTE PUBBLICHIAMO

Ancora un’altra frana sull’autostrada Palermo-Catania, per fortuna senza vittime. Ancora un’altra interruzione della viabilità, con i piloni di un lungo viadotto compromessi ed uno di essi pericolosamente inclinato.
E l’Assessore regionale alle Infrastrutture cosa si affretta a dichiarare ai microfoni dei tanti canali televisivi, accorsi in massa sul luogo? – “Occorrono soldi, tanti soldi”.
E già, le responsabilità si nascondono con l’arrivo di soldi freschi, si coprono con i soliti rattoppi a valle di guai, peraltro preannunciati.
Piuttosto, prima di parlare di soldi, vogliamo chiederci da quanto tempo erano presenti quei fenomeni franosi nella geologia del territorio attraversato dall’autostrada? Nella progettazione e nell’esecuzione di infrastrutture così importanti quali e quante analisi geologiche sono state effettuate e con quale approfondimento? Quali sono stati e sono i contenuti dei programmi di manutenzione continua?
Se ci sono le carte, che siano rese pubbliche, se non altro per rispetto dei tanti utenti che ogni giorno percorrono quelle strade, mettendo inconsciamente a rischio le proprie vite.
Già un anno fa, in occasione del grave incidente nella galleria dell’A20 vicino Cefalù, in cui perse la vita un’intera famiglia, da queste pagine e in qualità di esperti della sicurezza, avevamo lanciato un appello perché si attuasse un completo programma di “analisi di rischio” sulla rete autostradale. Ovviamente l’obiettivo non era quello di riempire le nostre strade di cartelli di divieti vari, giusto per scaricare sull’utente tutte le responsabilità, ma di adottare un approccio integrato: l’”analisi di rischio”, infatti, con la valutazione di probabilità di accadimento di malfunzionamenti, cedimenti o incidenti e relativo calcolo delle conseguenze, è materia complessa e multidisciplinare, di alta specializzazione per la sicurezza territoriale.
Ancora una volta vorremmo far capire che la “prevenzione” non è parola magica, di incantesimo, dagli effetti elettoralistici: essa è piuttosto fatta di metodologie, di studi tecnici qualificati, di applicazioni costruttive anche innovative, di garanzia per la sanità, il welfare della gente e la salvaguardia dell’ambiente.
I soldi, quindi, che siano richiesti, se necessario, ma in modo mirato, con approccio programmatico ed ingegneristico, che esigano analisi e verifiche tecniche comprovate   e prevedano interventi ad hoc efficaci, cost-benefit, razionalizzati, per garantire risultati duraturi nel tempo e …soprattutto che ci sia uno stretto controllo di qualità per evitare ingerenze di corruzione.

                                     Sandro  Morici

Redazione

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