“U Signuruzzu a cavaddu” di Caccamo

“U Signuruzzu a cavaddu” è la più antica tradizione – di origine orientale – che si svolge nel borgo Medioevale di Caccamo.
Quasi sicuramente affonda le sue origini nella presenza storico-culturale dei bizantini nel territorio e rievoca la venuta di Cristo in terra ed in modo singolare l’entrata di Gesù a Gerusalemme. La manifestazione è organizzata dalla Parrocchia di San Giorgio Martire.
E’ domenica delle Palme, l’evento avrà luogo il 29 marzo 2015 dalle 9,00 alle 12,00. Bambini festanti con in mano ramoscelli d’ulivo e campanelle precedono, al suono delle campane di tutte le Chiese l’ingresso in paese di un chierichetto che nella fantasia popolare rappresenta Gesù che cavalca un asinello bardato ed infiorato con accanto gli apostoli: dodici ragazzi che reggono in mano dei lunghi rami di palme che lungo il percorso spesso si intrecciano formando degli archi sotto i quali transita il festeggiato. Quello che distingue questa tradizione è proprio l’età dei protagonisti, difatti sia Gesù che i 12 apostoli sono impersonati da bambini e tantissimi ragazzi. “LUI” è il più piccolo degli aspiranti “ russuliddi “ in abito talare ed accessori di colore completamente rosso. Accompagnati dalla banda musicale che vanta il titolo della “più antica d’Italia, perché ha una storia di 225 anni“ .
L’intero corteo – sempre più folto – percorre tutto il centro storico fermandosi in almeno cinque Chiese al suono “diverso“ di tantissime campane. Solo per curiosa esattezza e per informare gli ospiti/visitatori/turisti/viaggiatori diciamo che all’inizio del secolo precedente (ai primi anni del ‘900) Caccamo vantava 46 Chiese! 101 preti! 7 monasteri! 12.000 abitanti! 77 campane!
La sfilata si conclude nella spettacolare e scenografica Piazza Duomo considerata a ragione “una delle più belle di Sicilia” perché a terrazza sulla zona duecentesca del borgo di Terravecchia dove l’arciprete accoglie
“GESU’ CHIERICHETTO“ solennemente e benedicendo entrambi la folla.
Chi si interessa di arte ed architettura sacra troverà tantissimo all’interno del Duomo di origine normanna dedicato a San Giorgio Martire, che custodisce straordinari tesori quali opere di pittori fiamminghi, un dipinto del XV secolo di Guglielmo da Pesaro, un complesso marmoreo di Francesco Laurana, il fonte battesimale della scuola del Gagini, la raccolta di arredi ed oggetti sacri e tantissime altre meraviglie.
Questa seconda domenica di primavera è anche l’occasione per scoprire il bellissimo entroterra collinare ed il delizioso “borgo Medioevale di Caccamo”.
Un invito a cogliere lo spunto per rendere il soggiorno nella “urbs generosissima” interessante coniugando folklore, beniculturali, natura, gastronomia, tradizioni e medioevo.
Durante questo periodo si può gustare il “Panacèna” perché il giovedì Santo si prepara la cena pasquale, rito che rievoca l’ultima cena. Si tratta di un pane-dolce confezionato e lavorato a mano con fiore di farina e lievito naturale addolcito con zucchero e semi di finocchio (anice). Dopo una lievitazione di 24 ore assume una forma gradevole perchè costituita da 4 “pizzi” a seguito di un taglio, a forma di croce, che viene praticato prima di essere infornato.
Un’altra specialità è la “salsiccia pasqualora” che viene prodotta con carne di suino, esclusivamente locale, tagliata a punta di coltello, con aggiunta di sale marino, pepe nero e bianco macinati, peperoncino rosso e semi di finocchietto selvatico. Fatta stagionare da 16 a 20 giorni oggi viene usata come antipasto per la squisitezza del sapore ed il fragrante profumo.
Sempre in questo periodo in tutti i ristoranti si può chiedere la pasta fresca “ca frittedda”: un cocktail di verdure primaverili: pisellini, favette, carciofi a fettine, finocchietti selvatici, e dei pezzetti di lardo. Si fanno cuocere – senza aggiunta d’acqua – con un po’ d’olio extravergine d’oliva, sale e pepe nero. La pietanza, molto profumata, viene utilizzata come condimento della pasta fresca che prevede anche una spolverata di ricotta salata grattugiata.
Attingerete ad ogni ordine di informazione: orari di apertura dei siti ed anche di alcune Chiese, tradizioni, leggende, curiosità ed aneddoti, dove degustare alcune eccellenze gastronomiche, chi sono gli artigiani del legno, del ferro-battuto e della ceramica, come arrivare e cosa fare al lago di Rosamarina e nelle riserve di Monte Cane e San Calogero.
Ma c’è di più perché l’ intrattenimento culturale sarà corredato da proiezioni, filmati, foto, riviste, pubblicazioni, ma anche manoscritti e documenti inediti ….. e per finire la documentazione sulla tradizione gastronomica caccamese racchiusa in “10 cose sane, semplici e genuine“: pane “cunsatu”, tuma – primosale – pecorino e caprino, salsiccia “pasqualora”, “frittedda”, “maccu”, “sasizza chi qualuzzi”, “nirvia ‘ncasciata”, insalata di arance e cedri, taralli di carnevale, “panacèna” e buccellato.
Testo e foto di Giovanni Aglialoro – Consulenza turistica locale – Caccamo – 091.8149744 + aglialorogiovanni@alice.it + infocaccamo@libero.it + 339.3721811

redazione

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